Nei motori reali di solito avvengono trasformazioni termodinamiche irreversibili. Queste trasformazioni non si rappresentano sul diagramma {$pV$} perché non sono costituite da stati di equilibrio. Non si può descriverne lo stato con un valore singolo delle variabili termidinamiche, ad es. {$p, V, T$}. Questa è una definizione puramente termodinamica dei processi irreversibili. Ne sono esempi, in Fig. 2, la diffusione del calore, l'espansione libera di un gas, ma anche l'espansione del pistone in un motore in condizioni lontane dall'equilibrio termodinamico.
Si può dare una definizione meccanica della reversibiltà: si inverte la direzione del tempo (ad esempio se ne proietta un filmato a ritroso) e si osserva il fenomeno.
Esistono fenomeni, meccanicamente reversibili, che possono avvenire in entrambe le direzioni, ad esempio i moti senza attrito. Basta invertire la velocità iniziale e le traiettorie vengono percorse in verso opposto. In particolare, l'oscillazione di un pendolo, di una molla, salita o discesa lungo un piano inclinato. Non si sa distinguere se il filmato di uno di questi fenomeni è proiettato a ritroso oppure no.
Esistono fenomeni meccanicamente non reversibili: tipicamente i moti in presenza di attrito. Se si proietta il filmato a ritroso si vede qualcosa che non accade normalmente in natura, ad es. un oggetto che scende accelerando da una quota e risale decelerando a una quota più elevata, o i cocci di un vaso sul pavimento che risagono ricomponendo il vaso (Fig. 3).
Sia nelle trasfomazioni termodinamiche, sia nei processi meccanici con attrito, il degrado di una parte dell'energia meccanica in calore rende impossibile riottenere ttutta l'energia meccanica iniziale.
Bilancio energetico
Immaginiamo ora un ciclo semplificato, che scambia calore solo con due termostati, uno freddo e uno caldo. Nel corso del ciclo composto da più trasformazioni il gas può
- assorbire o dissipare calore, a seconda che {$Q\lessgtr 0$}
- compiere o subire un lavoro, a seconda che si tratti di una espansione o di una compressione.
Chiamiamo
- lavoro totale prodotto {$W$} la somma algebrica dei lavori delle singole trasformazioni ,
- calore assorbito {$Q_a$} la somma dei calori maggiori di zero,
- calore dissipato {$Q_d$} il valore assoluto della somma dei calori minori di zero.
In questo modo il calore totale {$Q$} che il gas riceve in un ciclo sarà
{$$Q = Q_a-Q_d$$}
Infine, siccome in un ciclo si torna al punto di partenza, la variazione totale di energia interna deve essere nulla {$\Delta U = 0$} perché si tratta di una funzione di stato e il I principio per un ciclo richiede quindi che
{$$\begin{equation} Q = W\end{equation}$$}
Se ci concentriamo sui motori termici, ossia su sistemi che devono produrre lavoro positivo (freccia verso destra in Fig. 4), possiamo concludere così
- Il primo principio impone che il ciclo abbia un calore totale positivo, ossia che {$Q_a>Q_d$}
- per il I principio {$Q_a$} dovrà essere maggiore di (o tutt'al più uguale a) {$W$}
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Figura 2. Fenomeni termodinamici irreversibili: a sinistra conduzione del calore, a destra espansione libera. Le animazioni si ripetono.
Figura 3. Fenomeno meccanico impossibile, ottenuto proiettando a ritroso nel tempo un fenomeno irreversibile (l'animazione si ripete).
Fig. 4 Bilancio energetico relativo ad un ciclo completo in base all'Eq. 1, {$Q_a=Q_C,\, Q_d=Q_F$}, larghezza freccie proporzionale all'energia [J].
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