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CentroDiMassa< Dinamica dei sistemi materiali | Indice | Urti > Finora i corpi materiali sono stati considerati puntiformi. La descrizione è naturale se si guarda da lontano un corpo, ossia se la distanza è molto maggiore delle sue dimensioni. Ad esempio un a massa lanciata in aria descrive una traiettoria parabolica predetta dalla seconda legge con l'ipotesi che agisca la sola forza di gravità, e cioè un'accelerazione costante {$\mathbf g$} diretta verso il basso.
In questo passaggio abbiamo rimosso il termine {$\sum_i \sum_{j\ne i} \mathbf F_{ji}=0$}, nullo perchè le interazioni obbediscono al III principio della dinamica, ossia sono uguali ed opposte a due a due. La doppia sommatoria si annulla perchè per ogni forza {$\mathbf F_{ji}$} essa contiene anche la forza {$\mathbf F_{ij}=-\mathbf F_{ji}$} opposta, che la annulla. L'equazione 2 ha una forma molto semplice. Se la pensiamo come la II legge delle dinamica per un punto materiale esprime il fatto che l'accelerazione del centro di massa si ricava immaginando che tutte la massa sia concentrata in quel punto, soggetto solamente alla risultante delle forze esterne agenti sul sistema. Nel caso della clavetta si tratta della forza di gravità totale {$M\mathbf g$}, che predice per l'appunto una traiettoria parabolica per il centro di massa. Consideriamo corpi la cui massa non cambia nel tempo. Ignoriamo quindi per il momento i motori a reazione (razzi o jet) che si accelerano e si mantengono in moto contro le forze di attrito eiettando masse di gas dalla combustione del propellente ad alta velocità nel verso opposto al moto. Se la massa {$m$} è costante il primo membro della II legge {$M\mathbf a$} si può scrivere così {$$ m \mathbf a = \frac {d } {dt}m\mathbf v$$} ossia il prodotto massa per accelerazione è pari alla derivata della grandezza {$\mathbf p = m\mathbf v$}, che chiameremo quantità di moto (in inglese linear momentum, ossia momento lineare).Questa grandezza caratterizza il moto più precisamente della sola velocità. Infatti gli effetti del moto, visibili ad esempio quando un oggetto in movimento collide con un secondo oggetto fermo, sono identici per un uggetto di massa {$m$} che incide con velocità {$\mathbf v$} e per uno di massa {$2m$} che incide con velocità {$\mathbf v/2$}. Dipendono cioè dal prodotto delle due grandezze, ossia dal momento lineare. La seconda legge di Newton potrebbe quindi esprimersi attraverso la derivata temporale della quantità di moto, {$\frac {d\mathbf p} {dt}$}. Newton formulò originariamente la sua legge in questi termini. Infatti, se si estende la legge ai casi in cui la massa varia, le due forme non sono più equivalenti: una è corretta è e l'altra no. Gli esperimenti indicano che è corretta la forma originariamente scelta da Newton, ossia {$$\begin{equation} \frac {d\mathbf p} {dt} = \mathbf F_R \end{equation}$$} Esploriamo questa formulazione nel caso del centro di massa. Seguendo lo stesso procedimento si vede che {$M \mathbf a_{cm} = \frac {d }{dt}M\mathbf v_{cm}$} dove, dalla definizione del centro di massa, Eq. 1, scende che {$$\mathbf v_{cm} = \sum_i \frac {m_i\mathbf v_i}M$$} Se ora moltiplichiamo ambi i membri per {$M$} risulta che la quantità di moto totale, ossia la somma dei momenti lineari delle signole masse, {$\mathbf P = \sum_i p_i$}, è {$$\begin{equation} \mathbf P = M \mathbf v_{cm}\end{equation} $$} un risultato tanto importante quanto semplice. Infine la II legge della dinamica per il moto del centro di massa si può esprimere come {$$\begin{equation} \frac {d\mathbf P}{dt } = \sum_i \mathbf F_{e_i} \end{equation} $$} da cui discende che, se la risultante delle forze esterne al sistema è nulla, la quantità di moto totale non cambia nel tempo, ossia si conserva. Centro di massa di un tetraedro Si consideri il tetraedro di lato {$L$} appoggiato sul piano x,y, (z=0) in modo che la quarta massa giaccia lungo l'asse z, a quota {$h$}. L'asse z risulta essere un asse di simmetria del tetraedro el e coordinate {$x_{cm}=y_{cm}$} sono entrambe nulle. la coordinata z del centro di massa è {$$ z_{cm} = \frac {mh} {4m} $$} La quota cercata è {$h=\sqrt{L^2-D^2}$}, dove {$D$} è la distanza delle tre masse di base dall'origine. L'angolo tra {$D$} e i lati {$L$} del triangolo equilatero di base vale {$\theta=\pi/6$}. Quindi re la distanza vale {$D= L/2\cos\theta=L/\sqrt 3$} e, di conseguenza {$$z_{cm} = \frac L 4 \sqrt{\frac 2 3}$$} < Dinamica dei sistemi materiali | Indice | Urti > |